Genesi di un fermone? (Parte-1)

Talvolta ci si chiede se quella persona è lenta o se è la moto ad esserlo.
Essere un fermone è una scelta? ...oppure è semplicemente esserlo.

Per cercare di capirlo voglio autoanalizzarmi.
Partiamo dalla mia vita su due ruote. Dallle dueruote motorizzate che mi hanno accompagnato negli anni.

La prima indipendenza avvenne su un vecchio Garelli, modello Gulp-Flex. Era di mio padre. Fermo da anni. Pedalai veramente tanto prima di riuscire ad avviare quel vecchio cinquantino!
(quello in foto non è il mio... non l'ho mai immortalato.... magari qualche vecchia foto mio padre ce l'ha da qualche parte)

Consumava poco e mi permetteva spostamenti senza sudare come quand'ero in bici.
Mentre ero in vacanza con i miei gia sognavo di fare un viaggio percorrendo tutta l'Italia da nord a sud. L'unica rottura era che non potevo fare benzina all'automatico t'antera piccolo il serbatoio: non ci stavano nemmeno 5000 Lire! (all'epoca c'erano le Lire)

Me lo rubarono nel parcheggio della scuola. Rimasi parecchio tempo a osservare incredulo lo spazio vuoto che aveva lasciato. Cercai nei dintorni. Nulla. Non mi lasciarono nemmeno la catena con cui era legato.


Fu l'occasione per passare allo scooter. Cominciavano a diffondersi in quegli anni. Ottenni uno Spy della Yamaha arancio e nero, come quello nella foto qua di fianco (non è il mio, l'ho pescata con google).

Prestazioni maggiori e serbatoi in grado di contenere più benzina. Finalmente potevo fare il pieno all'automatico! Benzina, non miscela. La miscela se la facevano da se: bastava mettere olio. Ben presto il mio entusiasmo fu smorzato dai consumi elevati. Al pari di una moderna utilitaria. A quel tempo non serviva patentino ma mantenevano le limitazioni dei cinquantini.

Feci poi la patente per auto. Mia madre mi dava la sua per andare a lavorare quando pioveva. Presi un'auto mia. Guidavo solo quella e gli anni passavano.

Lunga storia in breve su come tornai su due ruote: un giorno un tizio che stimo moltissimo (e che terrò anonimo, chi sa, sa chi è) mi disse: "prendi questa, è tua". Era una possente Honda XL 600. In realtà non era XLR a cui era stato messo il serbatoio della XL a causa di una ammaccatura. (in pratica era come quella in foto. ma il motore era nero).

Avevo 23 o 24 anni, non ho una buona memoria (e sono troppo pigro per accertarmene). Feci la patente A. Rimasi stupito da quanto poco consumava quel bestione! E che potenza! Senza contare poi che il borbottio del motore era come musica. Non era lo stridulo acuto ronzare dei piccoli 2 tempi che avevo cavalcato fino a quel momento. Cavalcato. Un parolone per i motorini su cui stavo in groppa! Stare Sull'XL era cavalcare! Roba da sentirsi un vero cavaliere con l'armatura nera su un cavallo bianco! Anche se l'armatura era la giacca con i rinforsi e il cavallo era bianco rosso e blu, poco importava.

Non avevo bisogno di correre. Mi bastava lo strappo che mi dava alle braccia quando ruotavo il polso destro. Non avevo voglia di correre. La velocità di punta era di 130 e vibrava come una dannata; del resto era un grosso pistone da 600cc che saliva e scendeva. Potevi distinguere singolarmente ogni esplosione che avveniva nel motore. Tanta rabbia da tenere sotto controllo con sapiente uso di accelleratore e frizione.

Ho cominciato ad apprezzare le marce sulle moto. Sull'auto erano una quasi una rottura. In  moto erano divertenti. Compresi maggiormente la loro utilità e come gestirle.

Ma questo è solo l'inizio della mia avventura su due ruote...


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